Itala Mela
Itala Mela nasce a La Spezia il 28 agosto 1904 da genitori insegnanti elementari non particolarmente inclini alla pratica religiosa. Da bambina Itala trascorre molto tempo dai nonni materni. Quando la piccola ha sei anni le nasce un fratellino, Enrico, che morirà precocemente nel 1920, a soli 9 anni, un lutto che la segnerà moltissimo. Non ancora sedicenne, la mancata elaborazione di questo lutto l’ha portata a convincersi che l’esistenza di Dio è inconciliabile con il dolore innocente e che solo il nulla ci può essere dopo la morte.
Studiosa e dalla vivace intelligenza, Itala si trasferirà a Genova con l’amica di sempre, Angela Gotelli, per gli studi universitari alla facoltà di lettere. Dopo un’adolescenza tenacemente atea, si riavvicina alla fede durante gli anni dell’università, grazie all’aiuto di due sacerdoti genovesi don Guano e don Moglia, nel circolo genovese della Federazione Universitaria cattolica italiana alla quale nel frattempo si è iscritta. Determinanti per la sua formazione spirituale sono alcuni incontri fucini, con il giovane don Montini, il cardinal Schuster, padre Gemelli e don Divo Barsotti.
C’è una foto di gruppo della terza liceo classico “Lorenzo Costa” del 1921-1922 alla Spezia, nella quale figurano due sole ragazze. Una, Angela Gotelli, diventerà presidente nazionale della Fuci, deputato all’Assemblea costituente e sottosegretario in alcuni governi, l’altra è Itala.
Mela diventa giovane dirigente della Fuci (seguendo Angela, Itala era divenuta consigliere nazionale per le regioni del Nord-Ovest) che, pur già fragile nella salute, mostrava un’intelligenza davvero non comune ed una spiritualità molto intensa. Siamo negli anni del fascismo, con l’Italia che precipita verso la tragedia della Seconda Guerra Mondiale. Il laicato cattolico avverte il dovere morale e storico di prepararsi a costituire la futura classe dirigente di un Paese tornato libero e democratico. Nei fruttuosi anni dell’università, Itala capisce che il Signore la chiama alla vita religiosa. È nel capoluogo ligure che matura la sua scelta. Itala Mela riceve da Dio due vocazioni, l’una benedettina e l’altra trinitaria. La prima risale agli anni universitari e la porta a chiedere l’ammissione al monastero belga di Mont-Vierge. La seconda, invece, la riceverà il 3 agosto 1928 nella chiesa di san Francesco a Pontremoli, dove ha accettato una supplenza in attesa dell’ingresso in monastero, con una particolare illuminazione. Itala sta chiedendo al confessore chiarimenti sul mistero dell’inabitazione trinitaria, quando un raggio luce parte dal tabernacolo, l’avvolge ed ella ode chiaramente la voce: “tu la farai conoscere”. Itala Mela è desiderosa del chiostro, ma dovrà rinunciarvi per l’insorgere di numerose e gravi malattie che in pochi anni le renderanno impossibile persino l’insegnamento che aveva intrapreso, vincendo una cattedra a Milano. Sceglie la via dell’oblazione benedettina secolare presso il monastero di San Paolo fuori le mura a Roma. Il 26 novembre 1931 nella basilica di S. Vittore a Milano, Itala Mela fa vestizione e inizia il noviziato come oblata benedettina secolare di San Paolo fuori le mura con rito officiato dall’abate dell’abbazia, Ildebrando Vannucci, ricevendo il nome di Maria della Trinità.
Il percorso spirituale di suor Maria della Trinità è un’elevazione progressiva fino alle vette dell’esperienza mistica, con le Nozze mistiche, verificatesi nel 1936, durante un periodo trascorso nel monastero benedettino del SS. Sacramento a Montefiascone. Questo avvenimento segnerà il passaggio dal monastero celeste in cui suor Maria abita sotto la guida del divino abate, il Cristo, all’eremo mistico o divino secondo la progressione indicata da San Benedetto nella Regola.
Nella vita di Itala Mela “vibra ed è sempre presente la sua formazione umana e spirituale proveniente dall’ambiente della Fuci”. Nel dopoguerra Itala Mela accetta nel dopoguerra l’invito del vescovo Stella di occuparsi dei laureati cattolici. Comprende, proprio dall’alto di una dimensione mistica, come nessun impegno sociale e politico possa dare frutti reali senza una preparazione spirituale e morale alle spalle. E si spende per questo, sino a che le deboli forze di una salute malferma glielo consentono: morirà a soli cinquantadue anni, il 29 aprile 1957 ed è sepolta dal 1983 nella cripta della Cattedrale Cristo Re alla Spezia. Paolo VI, che della Fuci era stato assistente, ricevendo nel gennaio 1965 l’allora vescovo della Spezia, Giuseppe Stella, gli raccomandò di aprire al più presto il processo informativo canonico. Papa Montini scrive su di lei «Itala Mela ci offre qualche cosa, nel campo specificamente religioso, di singolare, che va meditato. Non dico soltanto del diagramma ascensionale della sua purificazione e della sua illuminazione spirituale, non dico soltanto della vocazione, solo parzialmente realizzata, allo stato religioso, vocazione che diede qualche movimento drammatico alla trama ordinaria della sua vita; dico piuttosto di alcune folgorazioni interiori, che ne colpirono il normale svolgimento e ne segnarono le mete successive; e dico della penetrazione teologica e della celebrazione interiore del mistero della Grazia, del quale fu tutta pervasa, con crescendo parallelo agli anni e alle sofferenze, la coscienza di questa piissima». Dopo essere stata serva di Dio e venerabile Papa Francesco il 16 giugno 2017 la proclama beata.
Luca Rolandi
Bibliografia:
Taroni Massimiliano, Itala Mela. Una mistica per il nostro tempo, Blu. Messaggeri d’amore, Velar, 2017.
Lucciardi Dora, Itala Mela nella sua esperienza e nei suoi scritti, Roma 1963.
Lucciardi Dora, Itala Mela, una vita nella luce della Trinità, Roma 1983.