Angela Gotelli

Angela Gotelli

Angela Gotelli

«Eravamo tutte donne con esperienze e sofferenze proprie, eravamo balzate un po’ in fretta, un po’ di colpo all’elettorato attivo e all’elettorato passivo, unite nel desiderio di ricostruire la Patria devastata dal fascismo e nella fondazione consapevole e coraggiosa di un nuovo ordinamento; alle spalle né per il periodo fascista né per il periodo pre-fascista trovavamo qualcosa che rispondesse in pieno ai nostri desideri e che ci rassicurasse per l’avvenire»: così Angela Gotelli avrebbe rievocato anni dopo i sentimenti che avevano animato le ventuno donne elette all’Assemblea Costituente il 2 giugno del 1946. Ed oggi a 75 anni dall’entrata in vigore della nostra Costituzione il 1 gennaio 1948 può essere utile ricostruire la biografia politica di Angela Gotelli, costituente, politica democristiana, sottosegretaria di stato, antesignana delle moderne politiche di welfare, protagonista spesso dimenticata. Angela Gotelli nacque il 28 febbraio 1905 a San Quirico, una frazioncina di Albereto di Borgo Taro, sull’Appennino parmense. Dopo essersi diplomata al Liceo Classico alla Spezia, insieme all’amica Itala Mela proclamata beata dalla Chiesa cattolica, entrambe si iscriveranno alla Facoltà di Lettere all’Università di Genova nell’anno accademico 1922/1923. Determinante sarà l’esperienza della Fuci, la Federazione universitaria cattolica italiana, che la fa incontrare con un gruppo di religiosi e laici che si distingueranno anche in seguito, basti citare don Franco Costa, don Emilio Guano e Mons. Giovanni Battista Montini. In quegli anni acquisisce la consapevolezza della sua vocazione politica e sociale. Nel 1928-1929 Angela Gotelli venne eletta consigliera nazionale della Fuci e dopo il Congresso Nazionale di Genova (10-13 settembre 1928), poco prima della stipulazione dei Patti Lateranensi, presidente nazionale delle universitarie cattoliche, ruolo che ricoprì sino al 1933. In Fuci si leggono i testi di Jacques Maritain e dei “personalisti” francesi, in contrapposizione alla visione statolatrica del fascismo e al materialismo marxista. La radicalità delle teorie del filosofo francese, erano discusse nei circoli universitari, e divennero per quei giovani la chiave interpretativa per la svolta antifascista. Si stigmatizzavano i limiti dell’individualismo borghese e si immaginava un anticonformismo cattolico, fondato sulla libertà della persona, sul pluralismo e l’autonomia temporale. Nel 1934 Angela Gotelli seguì Igino Righetti e Mons. Adriano Bernareggi nell’organizzazione del gruppo dei Laureati cattolici (odierno Meic). La Gotelli nella Commissione Centrale rappresentò l’Unione Donne di Azione Cattolica. Anche il nuovo movimento, di cui assunse l’incarico di segretaria delle laureate, nasceva con la volontà di mantenere autonomia di giudizio, indipendenza e possibilità di critica nel campo professionale. Mentre l’Italia era ancora funestata dal fascismo e dalla seconda guerra mondiale, Angela Gotelli, dal 18 al 24 luglio 1943, fu invitata insieme ad un gruppo di intellettuali cattolici a Camaldoli, si trovò a ragionare insieme a Guido Gonella, Sergio Paronetto, Paolo Emilio Taviani, Antonio Boggiano Pico, Giuseppe Capograssi, Giorgio La Pira, Ezio Vanoni, ecc. In quei giorni drammatici con lungimiranza si propose un aggiornamento del ‘Codice di Malines’ concentrandosi su temi economici e politici, a partire dai principi della dottrina sociale della chiesa. Non stupisce pertanto che nell’aprile del 1944 quando De Gasperi e Spataro, d’intesa con Gronchi, dovranno organizzare la Democrazia Cristiana nelle regioni settentrionali, pensarono di contattare anche Angela Gotelli. Partecipò come crocerossina alla Resistenza, collegandosi alle formazioni partigiane che operavano nel parmense e nello spezzino, senza prendere mai le armi in mano. Dopo la Liberazione la Gotelli venne scelta come candidata alla Costituente per la circoscrizione ligure, dove fu l’unica donna democristiana eletta con 20.257 voti di preferenza. Il 6 febbraio 1947, entrerà a far parte della “Commissione dei 75”, in sostituzione dell’on. Carmelo Caristia, per la redazione del testo costituzionale; fece parte della Prima Sottocommissione “Diritti e doveri dei cittadini” presieduta dal democristiano Umberto Tupini. Angela Gotelli fu eletta alla Camera per tre successive legislature, nel 1948, nel 1953 e nel 1958, sempre nella circoscrizione ligure. Visse politicamente la cosiddetta “stagione del centrismo”, quella fase del dopoguerra, guidata da Alcide De Gasperi, nella quale nonostante la maggioranza elettorale della Dc, il Presidente scelse con lungimiranza, un coinvolgimento largo al governo delle forze politiche che erano espressione delle principali culture politiche italiane: il liberalismo, il socialismo democratico e la tradizione laico-progressista. Confermata deputata nel 1958 Angela Gotelli ricevette proprio nella III legislatura gli incarichi maggiori. Durante il II governo Fanfani fu nominata Alto commissario aggiunto per l’igiene e la sanità pubblica, incarico posto alle dipendenze della Presidenza del consiglio ed in seguito Sottosegretario di Stato per l’igiene e la sanità; nel II governo Segni Angela Gotelli ricoprì il ruolo di Sottosegretario di Stato per il Ministero del Lavoro e della previdenza sociale; infine nel governo Tambroni fu nominata Sottosegretario di Stato alla Sanità. Angela Gotelli si è sempre occupata pionieristicamente di tematiche assistenziali e welfare, capisce che la sanità e la cura sono un problema “politico” di cui lo stato doveva occuparsi. Nell’attività parlamentare interviene durante la discussione del bilancio dedicato all’assistenza, si adopera per la professionalizzazione delle infermiere, il finanziamento degli istituti per diversamente abili, fa approvare la legge 43/1958 n. 261 definita “Legge Gotelli” per il riordinamento dei patronati scolastici e combattere la povertà educativa, ecc. Pagine luminose, poco conosciute, di una politica con la P maiuscola che possono ancora ispirare i giovani e ridare spessore all’impegno. Questo ricordo, non deve essere fine a se stesso, per celebrare un passato che non ritorna, ma vorrebbe provare ad essere rigenerativo, con donne e uomini, capaci di incarnare nel presente il Vangelo, nuovamente proiettati verso le sfide del futuro.

                                                                                       Nicola Carrozza