FUCI: allargare l’orizzonte

FUCI: allargare l’orizzonte

FUCI: allargare l’orizzonte

di Cecilia Cremonesi*

Custodisco nella memoria un ricordo particolarmente caro: una camminata lungo via della Conciliazione con Patrizia Pastore. Ero arrivata a Roma da pochi giorni, accompagnata da mille emozioni e da una sensazione di stupore e disorientamento, perché tutto mi sembrava più grande di me: l’incarico, la città, le aspettative. Patrizia mi disse: la Fuci è un’esperienza di vita. Non compresi subito, ma sentii che in quella semplice frase si celava la chiave per vivere a pieno l’esperienza della Presidenza nazionale.

Sono trascorsi quasi trent’anni da quella camminata (!) … e, cara Patrizia, te lo scrivo oggi: avevi ragione! Quell’esperienza di vita per me è iniziata nel gruppo di Crema, per proseguire poi con l’incarico regionale e nazionale … anni dei quali conservo ricordi preziosi, e soprattutto volti. Perché ogni passo, nella Fuci è stato fatto insieme ad altri, ed è questo ciò che mi è rimasto di più: la ricerca continua del confronto, perché tutto ha più gusto se sognato e costruito insieme.

Come scordare le lunghe presidenze dedicate alla scelta dei titoli dei convegni, ai temi, ai contenuti? Viene da sorridere a pensarci adesso: ore dedicate alla scelta di un vocabolo, l’esercizio del sostenere il proprio punto di vista e la capacità di accoglierne altri per raggiungere una soluzione che potesse soddisfare tutti … quanto tempo perso, si potrebbe pensare, quanto buon tempo avevamo, eppure … una palestra di democrazia!

I momenti, per me indimenticabili, nei quali abbiamo pregato insieme: la coralità nella Liturgia delle ore,  il ritmo lento della preghiera a Camaldoli, lo stupore nello scoprire che la Parola, masticata e condivisa, rivela squarci che al singolo non si mostrano. Ricordo ancora alcune condivisioni, mi tornano in mente a volte davanti ad un brano del Vangelo o ad un salmo, e così riaffiora il ricordo di un volto, di una domanda, una preghiera, una riflessione: un dono grande, che mi fa sentire come, oltre il tempo e oltre i confini, si continuano ad intrecciare i fili di vite oggi sparse in tutta Italia.

E poi… la vita comunitaria. Scherzosamente ancora oggi dico, con una battuta, che se il mio matrimonio resiste nel tempo è anche grazie al percorso vissuto in presidenza Fuci. Accogliere la diversità dell’altro,  assumerla come ricchezza, anche quando la sensazione è quella di incompatibilità; limare gli aspetti spigolosi del proprio carattere; condividere spazi, tempi, pensieri, sogni; gustare la bellezza di un obiettivo raggiunto insieme; saper chiedere aiuto a chi è più grande e più saggio … se non è esperienza di vita questa!

Chiudo con una citazione: “Ricordati, i laci non sono fatti per le sacrestie”, mi disse un assistente Fuci. Una frase che ancora oggi mi accompagna nel credere, da donna laica, che ciascuno nella Chiesa è chiamato a fare la propria parte; che ogni voce è degna di essere ascoltata; che la sfida è fare bene ciò che si è chiamati a fare, ovunque la vita ci porti: nel lavoro, nello studio, nella famiglia.

Il mio grazie alla Fuci è un grazie a tutte le persone che ho incontrato lungo il cammino, e che continuo ad incontrare, grazie ai corsi e ricorsi della vita: se è vero che l’esperienza fucina è conclusa da tempo, è altrettanto vero che continua ancora oggi a generare amicizie, occasioni di incontro, confronto, possibilità. Grazie, Fuci, per l’orizzonte ampio che mi hai saputo donare!

*Cecilia Cremonesi vive a Trento. Ha iniziato il percorso nel gruppo Fuci di Crema, per proseguire come incaricata regionale della Lombardia e presidente nazione dal 1997 al 1999. Archeologa per formazione, appassionata di educazione, dopo anni di lavoro nei musei ora è responsabile della pastorale giovanile della Diocesi di Trento.