Cattolicesimo e società nel ‘900, una sintesi dei lavori

Cattolicesimo e società nel ‘900, una sintesi dei lavori

Cattolicesimo e società nel ‘900, una sintesi dei lavori

Nel suo intervento al congresso di Fiesole del1896, Romolo Murri si esprimeva così: “Occorre renderci capaci con una profonda e vasta dottrina, di compiere tutti quegli uffizi che spettano alla scienza nell’ordinamento di una società nuova…Si chiedono buoni medici, avvocati, insegnanti nei ginnasi e nelle università, si chiedono pubblicisti, giornalisti, oratori popolari, persone capaci di essere portate dalla fiducia del popolo alle assemblee dei comuni e delle province e domani alle assemblee più alte”.

E lungo tutta la storia della Fuci sarà un tema e una preoccupazione ricorrente quella di formare persone capaci e competenti nei vari campi.

Aprendo il seminario promosso dalla Fondazione Fuci lo scorso 22 giugno, il presidente Michele Nicoletti ha ricordato come questo tema sia stato costantemente presente nella Fuci con l’obiettivo di formare persone in grado di inserirsi da credenti nella società di domani e rispondere alle attese e ai bisogni delle classi popolari.

Su questo tema in particolare è intervenuta la prof. Maria Malatesta dell’Università di Bologna e Alma Mater. La studiosa ha indicato alcune prospettive di ricerca ancora aperte che potranno sicuramente giovarsi negli anni a venire delle carte custodite nell’archivio storico della Fuci, in via di riordino per essere aperto alla consultazione degli studiosi prossimamente. In particolare si è soffermata su alcuni elementi di continuità che caratterizzano le professioni in Italia a partire dal 1874, la presenza degli Ordini professionali, ha costituito uno, e forse il più importante elemento di continuità. Per entrare nelle professioni è richiesta una credenziale costituita dal titolo universitario, così come per l’iscrizione agli Albi professionali sono rimaste regole stabili a differenza di altri Paesi europei.

La prof.ssa Maria Malatesta, in collegamento da remoto

Ci sono anche elementi di discontinuità, come l’aumento del numero dei professionisti cresciuto a dismisura a partire dalla liberalizzazione degli accessi all’università, che non significa però un alto numero di laureati che resta molto basso rispetto agli altri. La laurea spesso coincide con il mestiere, questo forse a causa di un mercato del lavoro poco mobile rispetto ad altri Paesi. È da studiare a questo proposito se e quanto  questo abbia significato in termini di allargamento della base sociale  dei professionisti, mancano attualmente dati che aiutino nella ricerca. Sicuramente gli anni della crisi economica, a partire dal 2008, hanno accentuato la trasmissività familiare delle professioni, da una parte, e la pauperizzazione di alcune professioni dall’all’altra.

C’è comunque una svolta epocale: la femminilizzazione delle professioni, e sotto gli occhi di tutti, ma anche su questo mancano ad oggi dati su cui fare ricerca. C’è un particolare su cui si sofferma la prof. Malatesta, l’Itala fascista ha visto crescere progressivamente le iscritte all’università con una riuscita scolare migliore rispetto ai maschi.

Sappiamo che l’Italia era avvantaggiata perché fin dall’Unità non c’era stato nessun divieto di ingresso delle donne all’università. Questo ha comportato un’attitudine verso gli studi superiori delle donne italiane, l’aumento della popolazione universitaria dal ’25 al ’36 è dovuta all’incremento del numero di studentesse. Dove e quante poi queste laureate siano finite, quante effettivamente abbiano utilizzato il titolo di studio in una professione nel dopoguerra, su questo ancora non si hanno studi sufficienti, e anche qui l’archivio fucino potrebbe offrire dati molto interessanti.

Il prof. Nicolaetti con la dott.ssa Tiziana Faitini, Università di Trento

La dott.ssa Tiziana Faitini, Università di Trento, è intervenuta sul tema etica e professionalità. Le figure professionali che sono chiamate all’esercizio di un dovere nei confronti della società, l’importanza della scelta professionale come vera risposta alla vocazione, ha influito sulla formazione e sulla vita professionale di intere generazioni, molti i libretti e gli opuscoli editi su queste tematiche nel corso del ‘900, di cui la dottoressa ha offerto una panoramica approfondita. Soffermandosi sui cambiamenti intervenuti negli ultimi anni, lavori precari, crisi economica, lockdown, la Faitini ha evidenziato il profondo cambiamento nei confronti dei tempi dedicati alla professione e la necessità di un diverso equilibrio tra i tempi della cura e della vita personale e i tempi dedicati al lavoro da qui la volontà di non accentuare troppo la retorica della professione.

Michele Nicoletti e il prof. Giuseppe Ignesti

A seguire sono intervenuti per fare il punto sul riordino delle carte di mons. Franco Costa, che con la sua attività di assistente centrale tanto ha contribuito alla formazione delle fucine e dei fucini, il prof. Giuseppe Ignesti e l’archivista dottoressa Federica Gargano. Il seminario era stato preceduto da una visita alla sede dell’archivio presso Isacem. Il direttore dell’Istituto, prof. Paolo Trionfini e la Responsabile, dott.ssa Simona Ferrantin, hanno illustrato la storia le attività e la ricca dotazione archivistica dell’Isacem.