La bella storia di Emmina De Negri

La bella storia di Emmina De Negri

La bella storia di Emmina De Negri

Emmina De Negri è stata una fucina fedele capace di tessere reti di amicizia nella sua lunga vita. Da giovane nel capoluogo ligure ha frequentato le scuole ed è cresciuta nell’ambiente cattolico, formandosi nella Fuci di don Guano e di don Costa. Era la nipote di don Costa, figlia della sorella. In Fuci ricoprì la responsabilità di Incaricata centrale per le attività caritative e della San Vincenzo e questa sua attitudine l’avrebbe conservata anche dopo l’esperienza fucina, tra gli intellettuali cattolici più avveduti e capaci. E’ stata una donna impegnata sul piano civile e politico, ricoprendo incarichi in vari settori della Democrazia Cristiana di Genova. Studiosa attenta alla lettura critica dell’opera d’arte e della personalità degli artisti, realizzò attraverso la comprensione delle fonti storiche e documentarie numerosi saggi. Fu insegnante universitaria di storia dell’arte, appassionata e capace di relazioni formative con gli studenti. Docente nella facoltà di architettura a lei si devono importanti opere di restauro e recupero: particolarmente rilevante lo studio per il recupero e la ricostruzione di Sant’Ignazio, oggi sede dell’Archivio di Stato di Genova. La prof.ssa De Negri ha dedicato una parte consistente della sua vita di studiosa allo studio di Genova nell’800, e al suo artefice, Carlo Barabino, l’uomo che ha disegnato la città che oggi conosciamo. Intellettuale attenta ai fenomeni culturali del tempo, sempre interessata ai problemi di sviluppo della città, in particolare sul piano urbanistico collaborò per molti anni con Italia Nostra, dal suo sorgere nel 1965. Una cristiana adulta, dotata di una profonda spiritualità, impegnata nel Movimento Laureati prima e poi, dopo il drastico intervento dell’Arcivescovo del tempo, il Cardinale Giuseppe Siri, nella costituzione, con alcuni amici, di un gruppo religioso e culturale che con il nome di Gruppo Piccapietra operò in città per ventisette anni. Mise a disposizione della città la sua grande cultura ed il suo grande impegno civile nella difesa dei valori più autentici di Genova. Nel 1989 in occasione del convegno per il rilancio del gruppo Fuci di Genova insieme a Maria Pia Bozzo Ferraris, Giancarlo Piombino e l’ex presidente nazionale Romolo Pietrobelli, contribuì alla celebrazione di un momento di ripartenza del gruppo genovese che avrebbe nel 2004 riportato a Genova dopo alcuni decenni il Congresso Nazionale. Emmina ci ha lasciato nel 2022 in concomitanza con l’apertura a Genova della mostra su Rubens a Palazzo Ducale: una coincidenza ovviamente casuale, ma significativa perché allo studio dei disegni rubensiani dei palazzi di Genova aveva dedicato, nel corso della sua lunga vita, molte energie. Ancora negli ultimi tempi si appassionava a questioni interpretative soggette a valutazioni diverse. Una voce amica, capace di relazioni sincere, sempre affettuose, e di atti di generosità, era affezionata alla Fuci, anche in omaggio alla memoria dello zio, e ne ha seguito sempre con interesse le vicende, lasciando le carte di don Costa alla Fondazione Fuci. Certamente l’incontro del 1° marzo con l’apertura al pubblico dell’Archivio Costa la riempirebbe di gioia.

Maria Pia Bozzo Ferraris e Luca Rolandi