FUCI, in quella mia quotidianità sgangherata
di Federica Di Palma*
Fu Una Cosa Indimenticabile: con queste parole un mio caro amico fucino si congedò dal mandato di incaricato regionale.
Ed è questa frase, senza dubbio, la prima cosa che mi viene in mente quando penso agli anni più particolari, unici e sicuramente assurdi che hanno caratterizzato la mia vita fucina.
La FUCI mi ha lasciato tanto e potrei dare inizio ad un elenco infinito: delle amicizie vere, un modo diverso di affrontare le cose, una consapevolezza maggiore, il fare i conti con il sentirsi fuori luogo e inappropriata. Il ricominciare e andare avanti, il guardare i giganti da vicino.
I due anni in Presidenza, dal 2005 al 2007 come segretario nazionale, sono stati anni di gioia pura, di condivisione totale, di crescita ma anche, purtroppo, di un dolore indicibile, immenso e improvviso.
Pochi mesi dopo l’inizio del mio mandato ho, infatti, perso mia madre.
In un momento molto particolare: eravamo, io e gli altri compagni di viaggio, in partenza per le Settimane Teologiche di Camaldoli. La stanchezza era tanta ma ci aspettavano i vecchi amici, momenti di riflessione e preghiera e le serate goliardiche con il Laurus.
Quella sera stavo chiacchierando con Salvo e lo stavo aiutando a stendere i panni (una spensierata quotidianità) quando, in un istante, per me, tutto è cambiato.
Ma, a pensarci bene, non soltanto per me.
Mi sono trovata a fare i conti con quanto accaduto non solo con la presenza e l’amore infinito della mia famiglia, ma anche con il sostegno della mia famiglia acquisita, quella fucina.
Non sono mai stata sola e non sono mai stata lasciata sola.
Durante quelle Settimane a Camaldoli, a cui ho deciso di partecipare proprio per sentirmi abbracciata e a casa, ho ricevuto tanto bene e tanto amore, che è continuato anche nei mesi successivi, forse i più difficili, e mi ha dato coraggio e mi ha spronato a non arrendermi, ad andare oltre a quel dolore e a trasformarlo.
Leggendo, con la consapevolezza di oggi, quegli anni sono certa che non sarebbe stato per me possibile guardare negli occhi quel dolore e affrontarlo senza tutto l’affetto e la vicinanza che la Presidenza e gli altri amici fucini mi hanno dato.
Sono stati la mia rete di protezione, con abbracci, sorrisi, biglietti, frasi di cantanti-poeti, parole e sostegno costante.
Sono stata accompagnata a rimboccarmi le maniche, a ricominciare, a non sentirmi catapultata in un vuoto infinito. Non ero sola.
Ripenso a quegli anni e c’è tanta gratitudine.
C’è un disegno dietro ogni cosa.
E il mio mi ha portato a Roma, in quel lontano 2005, per non essere sola.
Quindi sì: Fu Una Cosa Indimenticabile, come indimenticabile è il dono che ho ricevuto.
*Federica Di Palma, vive a Roma, dove si è trasferita per la FUCI (e poi non l’ha più lasciata, o quasi…). È capo segreteria in una società che si occupa della realizzazione delle infrastrutture per le Olimpiadi Milano Cortina 2026. Nel 2015 ha costituito la società eduStart che si occupa di realizzare progetti didattici per le scuole. Dice che: “la FUCI ha lasciato la sua impronta anche nella mia formazione lavorativa”. È stata Segretario Nazionale della Fuci dal 2005 al 2007.