Franco Costa

Franco Costa

Franco Costa

Franco Costa (Genova 6 giugno 1904 – Genova 22 gennaio 1977) nel 1923 si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Genova dove si laurea nel 1927. Dal primo anno di università aderisce alla FUCI nell’ambito della quale diviene presidente del circolo genovese dal 1925, assistente del circolo don Emilio Guano, e consigliere nazionale dal 1927. Diviene sacerdote il 30 maggio 1931, in coincidenza con il decreto fascista del 29 maggio 1931 che chiude le sedi dei circoli della Gioventù Cattolica e della FUCI. Non manca agli incontri nazionali e ai convegni della FUCI, incontrando in queste sedi gli esponenti di spicco della giovane generazione degli intellettuali cattolici, in particolare dei circoli fucini di Bergamo, Brescia e Torino; in queste occasioni incontra Igino Righetti e don Giovanni Battista Montini.  Non nutre dubbi nello schierarsi su posizioni di non condivisione nei confronti del fascismo, questo lo induce a esporsi al Congresso di Roma della FUCI del 1929 con parole che vengono interpretate critiche rispetto al Concordato appena firmato e che comportano, per esplicita volontà di Pio XI, il temporaneo allontanamento dalla FUCI, a cui segue un chiarimento personale con il papa.

Ordinato sacerdote, senza esitazione ritorna alla FUCI e partecipa al congresso di Cagliari del 1932, l’ultimo al quale è presente don Giovanni Battista Montini come Assistente centrale. Dopo pochi mesi, all’inizio del 1933, dopo l’allontanamento di don Montini e di Righetti dalla FUCI, al nuovo assistente centrale della Federazione, don Guido Anichini, viene affiancato come vice don Franco Costa, una scelta voluta da Righetti e da Montini.

Negli anni in cui è vice assistente centrale, Costa aiuta la FUCI a consolidare l’amicizia e le relazioni personali, vivendo e stimolando a vivere una spiritualità dell’incontro. Costa è presente sempre, anima corsi di esercizi spirituali e convegni culturali, contribuendo a rendere i convegni nazionali dei fucini autentiche tappe di scelte di vita.

L’incontro di Camaldoli del luglio 1943, da cui scaturisce il Codice di Camaldoli che vuole fornire alle forze sociali cattoliche una base unitaria atta a guidare l’azione nell’Italia liberata, vede la partecipazione attiva di don Franco Costa sul tema della formazione cristiana alla politica.

Dopo i complessi anni del 1943-1945 in cui sono interrotti i collegamenti tra l’Italia settentrionale, Roma e l’Italia meridionale, riprende l’attività della FUCI a livello nazionale e il vice assistente don Franco Costa, vista l’età avanzata di mons. Anichini, ricopre un ruolo determinante nel periodo decisivo dell’Assemblea costituente e della affermazione della Democrazia Cristiana. Don Costa incentra il suo pensiero sulla necessità di rigore morale nell’impegno sociale e professionale del cristiano e nel rispetto dei valori politici e civili.

Dal 1946 la FUCI si inserisce più attivamente nell’Azione Cattolica e don Costa partecipa in maggior misura al dibattito interno all’AC riguardo gli orientamenti generali dei cattolici in campo religioso e politico.

Dopo il 1948 don Costa si adopera per una seria vita liturgica e spirituale e per un corretto fondamento etico dell’impegno sociale, in questo senso indirizza le sue meditazioni negli esercizi spirituali e nei convegni di quegli anni, oltre ad alcuni scritti su «Ricerca», organo di stampa della FUCI.  

A seguito delle dimissioni di mons. Anichini, il 30 giugno 1955 don Franco Costa viene nominato assistente centrale della FUCI. Il 10 agosto 1959 viene chiamato da papa Roncalli a far parte della settima commissione di studio in preparazione al concilio ecumenico Vaticano II, incaricata di analizzare i temi relativi al laicato cattolico.

Il 20 aprile 1963 don Franco Costa viene nominato da Giovanni XXIII vescovo di Crema, mantenendo l’incarico di assistente nazionale della FUCI. Come vescovo di Crema partecipa ai lavori del concilio ecumenico Vaticano II, intervenendo più volte sui temi dell’ecumenismo e dell’apostolato dei laici.

Il 9 novembre 1963, Paolo VI, eletto il 21 giugno dello stesso anno, lo nomina Assistente generale dell’Azione Cattolica, incarico che mantiene fino al 1972 con il titolo di arcivescovo titolare di Emmaus, operando in stretta collaborazione con Vittorio Bachelet, chiamato alla guida dell’Azione Cattolica nel giugno 1964; insieme indirizzano l’associazione verso una “scelta religiosa”, secondo le indicazioni del concilio Vaticano II.

                                                                                       Francesco Sportelli

Per approfondire:
A. Monticone, Franco Costa, in Dizionario storico del movimento cattolico in Italia, a cura di G. Campanini e F. Traniello, II, I protagonisti, Marietti, Casale Monferrato 1982, pp. 132-136
I. Bozzini, “Don Costauna sapienza amica. Testimonianze di amici, Editrice AVE, Roma 1983
M. Casella, Franco Costa in Dizionario Biografico degli Italiani, Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, Roma, vol. 34 (1988)
Don Franco Costa. Per la storia di un sacerdote attivo nel laicato cattolico italiano. Studi e testimonianze. Atti del Colloquio storico, Roma 6-8 novembre 1987, Editrice AVE, Roma 1992 (in particolare per gli anni della Fuci, R. MORO, Franco Costa vice-assistente della FUCI 1933-1955, pp. 149-290; F. MALGERI, Don Franco Costa assistente nazionale della FUCI: cultura, spiritualità, impegno, pp. 301-319)
Franco Costa. Verso la pienezza. Lettere spirituali (1972-1976), Editrice AVE, Roma 2006 (in appendice scritti di Franco Costa e su di lui fino al 2006, pp. 149-157)