Coscienza Universitaria
Giovanni Battista Montini, Coscienza universitaria. Note per gli studenti, prefazione di Igino Righetti, Editrice Studium, Roma 1930 (Quaderni Universitari, 2-3); ristampa a cura di Giorgio Tonini, Edizioni Studium Roma 1982.
All’indomani della firma del Concordato del 1929 il quadro dei rapporti fra cattolicesimo italiano e vita culturale è profondamente segnato dagli esiti della conciliazione firmata da Mussolini e dal cardinal Gasparri. Nel quadro del cattolicesimo italiano tende ad imporsi, progressivamente, una impostazione di matrice clerico-fascista che marginalizza la funzione e il ruolo di quelle realtà associative cattoliche che, per loro natura, si rivelano incompatibili col Regime. Fra queste vi è certamente la Fuci di Montini e Righetti, che proprio in quel frangente vede emergere i segni di una crisi nel rapporto con le autorità fasciste destinata a deflagrare nel 1931 prima e poi nel 1933 con l’allontanamento dell’assistente ecclesiastico dal suo ruolo. Eppure, proprio in questa cornice, viene fissato quello che è il profilo, per così dire, teorico, della proposta culturale e spirituale rappresentata dalla Federazione degli universitari cattolici e la cui elaborazione è da ricondurre, in modo diretto, a Giovanbattista Montini.
Coscienza universitaria. Note per gli studenti, esce come secondo numero dei “Quaderni Universitari”, nel 1930, raccogliendo una selezione di interventi che l’assistente aveva in precedenza affidato alle pagine di “Azione Fucina”. Il testo, pur nella sua brevità, traccia con nettezza gli assi portanti di un approccio alla cultura e al ruolo che la vita intellettuale ha per i cattolici italiani che marca una nettissima cesura rispetto al contesto della fascistizzazione della cultura che segna la vita del paese, come anche rispetto alle grandi tradizioni della vita intellettuale nazionale. Montini rimarca la diversità dell’approccio “cristiano” rispetto a quello che chiama «monismo spirituale», ossia l’idealismo nelle sue versioni gentiliana e crociana, come anche rispetto a quel tradizionale «medievalismo» che aveva incarnato un’apologetica cattolica radicalmente antimoderna. La proposta di Montini raccoglie invece gli stimoli che arrivano dal cattolicesimo francese e tedesco, da autori come Maritain, Congar, Adam, Sertillanges, e che mira a qualificare il “pensare” dei cattolici in chiave positiva piuttosto che come rifiuto della cultura dell’Europa moderna. I Padri della Chiesa e Tommaso d’Aquino sono così gli elementi di una rielaborazione culturale che si fonda su una serie di pilastri. Primo fra questi l’idea di una stretta sinergia fra cultura e fede e l’esigenza, per il cattolico, di maturare un atteggiamento critico che non è rifiuto ma piuttosto esercizio prudente dell’intelligenza delle cose, capace di cogliere, della realtà, limiti e possibilità.
I pensieri di Montini esprimono i frutti di un progetto culturale maturato “sul campo”, in cinque anni di esercizio del mandato di assistente generale della Fuci, e si presentano come lo sforzo di rispondere a esigenze e questioni che proprio i giovani fucini pongono al giovane assistente. Il bisogno di personalità che gli universitari esprimono con la freschezza e la dinamicità della loro intelligenza, viene così orientato al di fuori dell’alternativa fra soggettivismo e dimensione dogmatica. Matura una netta opzione per il criterio della responsabilità quale proposta diretta a studenti universitari che si trovano a vivere un tempo nel quale si fa sempre più urgente, per i cristiani soprattutto, avere una lucida coscienza storica. Sono proprio le influenze che arrivano dalla più matura riflessione filosofica e teologica francese e tedesca che Montini riversa nel proprio progetto, presentando la proposta fucina come incardinata sulla continuità fra tradizione e progresso. Lo studente cattolico della federazione universitaria, nella visione del suo assistente, abbandona l’alternativa fra passato e futuro e guarda invece alla storia come spazio di una vicenda umana nella quale l’eredità multiforme delle generazioni precedenti è in continuità con la proiezione sul futuro.
Quello di Montini è dunque un progetto non solo pedagogico ma culturale, che certamente nasce come alternativo alle tendenze dominanti nell’Italia degli anni del consolidamento del Regime. E tuttavia, Coscienza universitaria è anche un testo che enuclea un cattolicesimo altro rispetto a quello di larghissima parte della chiesa italiana del tempo. Di fronte alla saldatura fra clericalismo e fascismo che si consuma, in via definitiva, in quei mesi fra 1929 e 1930, l’assistente della Fuci elabora una proposta religiosa di respiro europeo. Le pagine del suo libretto mostrano così la capacità di guardare alla cultura contemporanea come terreno di confronto, rispetto al quale affinare elaborazioni originali, non più schiacciate sul semplice rifiuto del “moderno” ma ordinate alla costruzione di risposte a partire dal confronto con i più giovani.
A cura di Riccardo Saccenti