Mario Cortellese
Mario Cortellese nacque il 23 gennaio 1913 a Melegnano, nell’hinterland milanese, da Vincenzo, magistrato, e da Lina Fazio. Presto si trasferì con la famiglia nel capoluogo lombardo, dove studiò fino al conseguimento della maturità classica nel 1930. Il padre, che, nel frattempo, aveva lasciato la magistratura per la professione forense, decise di trasferire il suo studio a Roma, dove andò a vivere con la famiglia.
Così, nel 1931 Mario si iscrisse all’Università “La Sapienza”, dove avrebbe conseguito la laurea in giurisprudenza (nel 1934) e – dopo il servizio di leva – quella in Lettere, con 110 e lode (nel 1939). Nello stesso anno 1931, entrò nel Circolo romano della FUCI; nel 1932 era consigliere del Circolo, e Segretario Centrale per l’Attività Culturale; nel 1934-37 fu Segretario del Consiglio Superiore della FUCI, e nel 1935-37 Condirettore del settimanale “Azione Fucina”. Fu in questo contesto che conobbe Elena Platania della FUCI di Catania: si sposarono nel 1939, avrebbero avuto cinque figli.
In quello stesso anno 1939, Mario iniziò subito la sua attività professionale di insegnante; passò al Movimento Laureati di Azione Cattolica (MLAC) e nel 1939-40 fu Direttore responsabile della rivista del Movimento, “Studium”. Nel 1940 fu richiamato alle armi: partecipò alla guerra in Albania; nel 1943 fu catturato dai tedeschi e internato in vari campi di prigionia, in Germania e in Polonia, dove resistette alle pressanti sollecitazioni ad aderire alla Repubblica Sociale Italiana, e dove conobbe Giuseppe Lazzati e stabilì una profonda amicizia con Vittorio Emanuele Giuntella (che sui lager nazisti avrebbe poi pubblicato un suo libro).
In Sicilia, nella scuola e nella Chiesa
Finita la guerra, Mario riprese la sua attività professionale ad Acireale, in provincia di Catania, dove si trasferì con la famiglia. Dal 1945 al 1971 fu docente di Italiano e Latino al Liceo Classico “Gulli e Pennisi” di Acireale (dopo un breve inizio al Magistrale della città, e, poi, con una parentesi di 9 anni al Liceo Scientifico di Catania). In quegli anni fu anche Commissario provinciale e Delegato regionale della Gioventù Italiana (ex GIL – Gioventù Italiana del Littorio) (1954-66) e docente di “Morale sociale ed etica professionale” nella “Scuola di Servizio Sociale” di Acireale (1957-68).
Ad Acireale riprese il suo impegno ecclesiale: entrò nel Gruppo MLAC della città, e fu poi Presidente Diocesano per la Diocesi di Acireale (1952-58 e 1967-70), Delegato regionale per la Sicilia (1958-68) e Consigliere nazionale (dal 1953; mantenne l’incarico fino al suo pensionamento, nel 1977). Fu anche impegnato in altre realtà ecclesiali e di presenza sul territorio:
– nel 1953-58 fu Direttore del quindicinale di Catania “Presenza Cristiana”;
– nel 1961-64 fu Direttore del settimanale interdiocesano “L’Avvenire di Sicilia”, voluto dai Vescovi della Sicilia orientale;
– nell’Azione Cattolica, fu Presidente diocesano per la Diocesi di Acireale (1958-1961) e Delegato regionale per la Sicilia (1962-1968);
– nelle A.C.L.I., fu Presidente del Circolo di Acireale (1965-67) e membro eletto del Comitato provinciale di Catania (1967-70);
– nella Diocesi di Acireale, avviatasi dopo il Concilio in un rinnovato cammino pastorale, fu componente della segreteria del Consiglio pastorale diocesano negli anni 1970-72.
La parentesi romana e il ritorno in Sicilia
Nel 1971 Mario – che aveva seguito attivamente il processo di rinnovamento della scuola, avviatosi in quel periodo – fu comandato a Roma al Ministero della Pubblica Istruzione – Centro didattico per i rapporti scuola-famiglia e orientamento scolastico. Si ritrasferì così, con la famiglia, nella capitale; in quegli anni perse prematuramente, in maniera drammatica, la figlia Maria. Nel 1977, con il suo pensionamento, ritornò ad Acireale, dove assistette amorevolmente la moglie Elena, gravemente ammalata; nei limiti delle sue possibilità, prestò il suo servizio ecclesiale principalmente nella parrocchia di San Paolo della città, collaborando alla redazione del periodico “Appunti di comunità” (1982-90).
Venuta a mancare Elena (nel 1985), sposò in seconde nozze Irma Delladdio, che con grande affetto lo avrebbe accompagnato nell’ultima parte della sua vita; intensificò il suo impegno in Parrocchia, dove fu segretario del Consiglio pastorale parrocchiale (dal 1988 al 1994) e animatore della Commissione liturgia (che, tra l’altro, preparava le preghiere dei fedeli per la Messa domenicale). Riprese il suo impegno anche su altri fronti:
– nel 1987-97 fu Presidente della Consulta diocesana per l’Apostolato dei laici di Acireale;
– nel 1998-2004 collaborò con l’Università Popolare “Giuseppe Cristaldi” di Acireale, svolgendo numerosi corsi sulla “Divina Commedia” di Dante;
– nel 2006 pubblicò “L’avventura spirituale di Maria Giuliana Cortellese”, biografia della sorella monaca di clausura nell’Ordine delle Serve di Maria.
Per la costruzione della città dell’uomo
Nel rispetto del rapporto fede-cultura definito dal Concilio, Cortellese si spese anche nell’impegno diretto alla costruzione della città dell’uomo, inserendosi personalmente nella dialettica partitica (nel 1957-59 fu membro del Comitato provinciale della “Democrazia Cristiana” di Catania), e, soprattutto, promuovendo e animando iniziative di impegno sociale:
– nel 1970-75 condivise con la moglie Elena il progetto di un “Fondo per prestiti senza interessi”, che fu avviato dal Gruppo di Acireale del MLAC (il Comitato fu costituito con atto notarile dell’aprile 1970), con la finalità di contrastare la piaga dell’usura, molto diffusa nel territorio acese, concedendo “prestiti di modesta entità a favore di persone bisognose che non possono offrire idonee garanzie”;
– dopo un viaggio in Terra Santa, condivise con Elena l’iniziativa della costituzione di una borsa di studio a favore di uno studente palestinese per il conseguimento di un titolo di studio universitario, in vista di un suo utilizzo per migliorare le condizioni di vita di quel popolo;
– nel 1991-94 fu il primo Direttore della Scuola diocesana di formazione all’impegno sociale e politico “Giuseppe Lazzati” di Acireale, istituita con decreto del Vescovo Mons. Giuseppe Malandrino;
– nel 1993-96 fu Presidente dell’Associazione di impegno civile, culturale e sociale “Centro Luigi Sturzo” di Acireale, ispirata ai valori del cattolicesimo democratico, che, dopo tangentopoli e la crisi dei partiti, intendeva promuovere una nuova partecipazione dei cittadini per l’affermarsi di una politica come servizio. Alle elezioni comunali del 1994 il “Centro” si presentò con una propria lista, sostenendo la candidatura a sindaco del prof. Ignazio Marino, nell’ambito di una coalizione che, a livello locale, prefigurava in qualche modo l’esperienza dell’Ulivo a livello nazionale. La lista del “Centro Sturzo” ottenne solo il 9,41% dei voti e 2 seggi su 30: Marino (sostenuto anche dalla lista “Acireale progressista”) riuscì ad accedere al ballottaggio, che diede però la vittoria al candidato del MSI-DN, avv. Filetti (col 62,90% dei voti contro il 37,10% di Marino).
Mario Cortellese si spense ad Acireale il 6 giugno 2010, a 97 anni. Molto stimato sul piano professionale, sia dagli alunni che ebbero la fortuna di averlo come professore, sia dai colleghi, si era speso per 80 anni, con ammirevole coerenza, nell’impegno ecclesiale e civile: la sua esemplare testimonianza ha lasciato un segno in quanti hanno avuto occasione di conoscerlo.
L’esperienza formativa di Mario Cortellese nella FUCI
Mario Cortellese ebbe modo di raccontare la sua esperienza fucina, vissuta in anni difficili, in un discorso tenuto per il centenario della FUCI di Acireale, il 18 dicembre 1997 e pubblicato postumo nel libro del 2014 a lui dedicato. Se ne riporta uno stralcio:
«… La FUCI, dunque, ha davvero orientato la mia vita: ha determinato non solo il mio modo di essere nella Chiesa, nella società, nella professione; ha determinato anche la mia famiglia e persino la mia residenza. Come non vedere in questo succedersi di situazioni e di avvenimenti così concatenati un disegno chiaro della Provvidenza? Ho ben ragione, perciò, a dire grazie a questa FUCI che – direttamente o indirettamente – è stata così presente nella mia vita.
Quale gioia perciò nel ritrovare pressoché intatta la FUCI nella sua ispirazione di fondo, già in occasione delle celebrazioni centenarie, a livello nazionale, di Fiesole e di Roma, ed ora ad Acireale: intatta e nello stesso tempo rinnovata non solo per il succedersi fisiologico delle generazioni, ma per seguire il flusso delle vicende storiche e del mutamento sociale, come una corrente d’acqua che scorre fresca e limpida nell’arco di cento anni e continua a fecondare la storia ecclesiale e civile della nostra nazione, una corrente composta da innumerevoli gocce d’acqua che ti coinvolge e ti sospinge, ma senza travolgerti: così ho trovato la FUCI umile e forte, senza velleità di protagonismo e senza scoraggiamenti, ancora vibrante di vitalità e di giovinezza. Perciò posso dire che in questa corrente fresca ci siamo tutti: voi di oggi come io dell’altro ieri.».
Salvatore Leonardi
Per saperne di più:
F. Malgeri, M. Ivaldo, G. Conticelli, R. Pietrobelli, M. Nicoletti, M.T. Bellenzier, I. Bozzini, L. Rolandi, FUCI: coscienza universitaria, fatica del pensare, intelligenza della fede : una ricerca lunga 100 anni, San Paolo, Cinisello Balsamo 1996;
R. Moro, Aldo Moro negli anni della FUCI, Fondazione Fuci – Edizioni Studium, Roma 2008;
T. Torresi, L’altra giovinezza, gli universitari cattolici dal 1935 al 1940 (prefazione di G. Andreotti, introduzione di R.P. Coppini), Cittadella Editrice, Assisi 2010;
G. Rossi, Cortellese: educatore e testimone, “Coscienza” n. 5/2010, pp. 43-45;
F. de Giorgi, Mons. Montini – Chiesa cattolica e scontri di civiltà nella prima metà del Novecento, Il Mulino, Bologna 2012;
G. Rossi e S. Leonardi (a cura di), Mario Cortellese: un laico cristiano al servizio del bene comune, Edizioni Studium, Roma 2014.