Paolo Emilio Taviani

Paolo Emilio Taviani

Paolo Emilio Taviani

La formazione fucina di un leader dell’Italia repubblicana

Nato nel 1912 da Elide Banchelli, maestra elementare e da Ferdinando Taviani, direttore scolastico e appassionato di drammaturgia e militante del Partito Popolare, Paolo Emilio Taviani si diploma in Paleografia e Diplomatica presso l’Archivio di Stato e a 22 anni si laurea in Giurisprudenza, diventando nel contempo giornalista pubblicista e collaboratore de “Il Nuovo Cittadino”: inizia un percorso formativo segnato da una vera passione prima per le materie letterarie, poi per l’economia declinata in senso sociale. Nella sua vita Taviani è stato un cattolico democratico formatosi nella Fuci genovese, esponente della Cln, fondatore e leader politico della Dc, uomo di Stato dell’ Italia repubblica più volte ministro e convinto europeista, docente di Storia delle dottrine economiche e studioso a livello internazionale di Cristoforo Colombo. 

La formazione nella Fuci

La sua formazione cattolica è  nella Fuci. Nel 1931, giovanissimo, divenne presidente del circolo genovese, partecipando assiduamente all’attività di un gruppo di studio semiclandestino di giovani cattolici costituitosi in quell’anno sotto la guida dei futuri cardinali don Giuseppe Siri e don Giacomo Lercaro, e dei teologi e amici don Emilio Guano e don Franco Costa. Gli amici del tempo di Paolo Emilio Taviani sono Augusto Solari, Peppino Manzitti, Fausto Montanari i riferimenti culturali Maritain e Mounier, Sertillanges e Blondel, Peguy e Bernanos in Italia i fondatori della coscienza universitaria, la scelta spirituale e culturale fucina “afascista” di Giovanni Battista Montini e Igino Rigetti, padre Bevilacqua e le liguri Italia Mela e Angela Gotelli, il luogo di elezione spirituale in città l’apostolato liturgico di Mons. Giacomo Moglia.

Negli anni della Guerra, la Resistenza e la Liberazione

Tra il 1941 e il 1943 fa parte del Consiglio nazionale del Movimento laureati cattolici, gruppo fondato nel 1932 a Igino Righetti, partecipa allo storico convegno di Camaldoli dei cui enunciati, favorevoli a prospettive di economia mista”, fece tesoro quando si troverà a collaborare alla stesura, in sede di Assemblea costituente, delle norme costituzionali sulla proprietà.  All’inizio degli anni Quaranta si avvicina al Movimento cristiano sociale promosso da Gerardo Bruni, dalla cui confluenza con gli esponenti del disciolto Partito popolare italiano, nasceva a Genova, il 27 luglio 1943, il Partito democratico sociale cristiano della Liguria, di cui Taviani avrebbe ben presto assunto la segreteria regionale. Fu solo, tuttavia, dopo l’incontro con Alcide De Gasperi con il centro democristiano romano, in cui si respirava l’aria del popolarismo internazionalista, che il cristianesimo sociale del giovane uomo politico genovese assunse un’impronta laica e liberale, inserendo fatti e problematiche italiane nella più ampia e ineludibile prospettiva europea e internazionale. Il 9 settembre 1943, all’indomani dell’armistizio, Taviani partecipa, nello studio dell’avvocato democristiano Filippo Guerrieri, alla riunione nel corso della quale il Comitato ligure dei partiti antifascisti veniva trasformato in Comitato di liberazione nazionale (Cln) ligure, con competenza anche provinciale. Da questo momento cominciava la sua avventura resistenziale. “Pittaluga” fu il suo nome di battaglia. Rappresentò la Democrazia cristiana in seno al Cln regionale ligure durante tutto il periodo cospirativo.  Presiede la riunione del CLN che , nella notte del 23 aprile, decide l’insurrezione di Genova di fronte ai nazisti e il 26 aprile 1945 diffonde dalla stazione radio sulle alture di Granarolo il messaggio della liberazione della città. Con il nome di battaglia “Pittaluga” racconta gli anni della Resistenza, ed entra nella storia della Liberazione di Genova come ricorda Carlo Brizzolari  ne “Un archivio della resistenza in Liguria”. Il periodo della Resistenza avvicina Taviani all’europeismo. In quel periodo sviluppa l’attenzione ai temi internazionali ed europei, attraverso il contatto con esponenti democristiani di formazione diversa dalla sua sia a livello nazionale sia a livello locale (Lazzaro Maria De Bernardis, Vittorio Pertusio, Carlo Russo e Giorgio Bo), ma anche con aderenti al CLN ligure che appartenevano a quel mondo laico, liberale e azionista. Di Taviani è il documento della DC ligure più significativo nel periodo della Resistenza non solo per le tematiche economico-sociali, ma anche per quanto attiene ai nuovi assetti politici internazionali: le Idee sulla Democrazia cristiana, diffuse in clandestinità a partire dalla fine del 1944. Dopo la Liberazione, Taviani è designato membro della Consulta nazionale e, nel 1946, viene eletto all’Assemblea costituente, dove fece parte della terza sottocommissione che si occupava di diritti e doveri nel campo economico e sociale. Nel dicembre 1946 entrò a far parte della direzione DC, venendo successivamente nominato vicesegretario del partito.

Leader politico democratico cristiano e uomo di Stato

Nel dopoguerra è stato uno dei massimi esponenti della DC, della quale è stato segretario nazionale dal 1948 al 1950. Parlamentare e più volte ministro (ha retto i dicasteri delle Finanze, del Tesoro, dell’Interno, del Mezzogiorno e del Bilancio), Taviani è stato anche vice presidente del Senato e, nel 1991, il Presidente Cossiga lo aveva nominato senatore a vita.
Illustre studioso di Cristoforo Colombo, nel 1988 aveva ricevuto la Medaglia d’oro ai Benemeriti della Cultura e dell’Arte. Propugnatore della creazione delle Regioni, per tre anni è stato anche sindaco del Comune di Fascia (GE). Al nome di Paolo Emilio Taviani è intitolato un Centro studi e di lui si ricorda che, negli anni del terrorismo e del sequestro Moro, fu deciso sostenitore della “linea della fermezza”.

La sua famiglia e il rapporto con Genova

Taviani vive con la sua famiglia a Roma, la sua numerosa famiglia, la moglie adorata Vittoria Festa e i figli Ferdinando, Cesare, Ida, Elide, Beppe, Andrea, Paolo e Pietro. Genova e la sua casa sulle colline di Genova a Bavari sono il buon ritiro, ma soprattutto le sorti della Superba per molti decenni sono state legale all’ autorevolezza e influenza del leader Taviani. Nel 1991, il Presidente Cossiga lo nomina  senatore a vita e Taviani appare un’ultima volta alla ribalta della scena politica italiana il 30 maggio 2001, per presiedere come decano la seduta inaugurale del Senato nella XIV legislatura.

Luca ROLANDI