Fuci, scuola di vita e di relazioni
di Brunella Baita*
Non saprei quale foto, quale video, quale immagine far prevalere in riferimento ai ricordi “fucini” perché gli aneddoti, le persone, le esperienze connesse a un periodo che è stato breve ma intenso sono tanti e alcuni legami – nonostante il tempo e le vicende di vita diverse – durano ancora e, anzi, fecondi, si sono moltiplicati.
Non sono mai stata una fanciulla dalla fede profonda (dono che invidio a chi l’ha) ma sono profondamente fedele al valore dell’amicizia. Sono quindi arrivata al gruppo FUCI dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano per seguire due amiche, ancora oggi tra le mie più care e vicine: Elisa e Greta. Nel breve spazio in cui Elisa ha ricoperto il ruolo di presidentessa del gruppo “Giuseppe Lazzati”, io ne sono diventata – non senza sorpresa e un pizzico di imbarazzo – tesoriere. Nel piccolo locale stretto tra i chiostri bramanteschi dell’Università Cattolica e il “passaggio Gnomo”, lì, ai piedi della scala F, ho avuto modo di tessere rapporti, di approfondire il mio timido contatto con le Scritture e di conoscere il valore della politica intesa quale contributo, carico d’etica, al bene comune. Nelle mie giornate già colme di relazioni di valore, sono entrati un’altra Elisa, Emilio, Annalisa, Agnese, Alberto, Stefano (solo per citarne alcuni) ma anche le lectio e Don Luigi, un sacerdote decisamente interessante per me così poco avvezza ai ranghi e ai rigori ecclesiastici. Fede, rigore teologico, intelligenza e libertà stretti in un inconfondibile sorriso e un’apostrofe ricorrente e lusinghiera, volta ad accarezzare un sogno: “Brunella, una delle più grandi italianiste d’Italia” (eh, almeno, pensavo allora…).
Mai avrei pensato, io, così lontana dagli altari, di arrivare Camaldoli e invece la settimana teologica è stata un dono del 2007: l’unica pausa estiva in attesa della laurea triennale. Il corridoio della foresteria, la stanza spartana condivisa con Greta dalla quale, allo scendere della sera, si percepiva solo lo scorrere di un ruscello, l’isolamento dalle comunicazioni via cellulare, i pranzi con i monaci, le chiacchierate con coetanei provenienti da tutta Italia, le lodi alle 6.00 del mattino, lo studio con i docenti invitati, la discussione, l’esercizio dell’intelletto, l’apertura al prossimo e la bellezza della condivisione nella solitudine del monastero immerso nel verde maestoso della foresta camaldolese.
Non so (e non credo) che senza questa esperienza, queste esperienze, sarei stata oggi la stessa, pur sempre un po’ “miscredente” ma decisamente più consapevole e formata anche quanto all’ineffabile.
*Brunella Baita, dottoressa di ricerca in “Storia e letteratura dell’età moderna e contemporanea” (Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Milano) e laureata in Filologia moderna, è stata attiva nel gruppo FUCI “Giuseppe Lazzati” dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano tra il 2006 e il 2009 ricoprendo – inoltre – la carica di tesoriere. Oggi insegna italiano, storia ed educazione Civica presso la scuola secondaria di I grado dell’Istituto Omnicomprensivo Europeo di Arconate e Buscate (MI), è cultore della materia in riferimento agli insegnamenti di Letteratura Italiana Contemporanea e Lingua e Grammatica Italiana presso le sedi di Milano e Brescia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (Facoltà di Scienze della Formazione) ed è docente a contratto quanto al corso di Teorie e pratiche di scrittura argomentativa offerto dalla stessa Facoltà