Lo spazio e la fisica moderna
Pier Carlo Landucci, Lo spazio e la fisica moderna, Editrice Studium, Roma 1935.
Il confronto con la cultura universitaria che segna il perimetro della esperienza di carità intellettuale della FUCI non si gioca solo nei riguardi delle discipline umanistiche. È l’interezza delle forme di sapere che vengono praticate nella universitas studiorum che è oggetto dell’attenzione degli universitari cattolici. E tale approccio, per così dire, olistico alla cultura si fa esplicito nella visione montiniana che è all’origine di iniziative come quella dei “Quaderni universitari” che l’Editrice Studium pubblica a partire dalla fine degli anni Venti come contributo al lavoro della FUCI. Fra i volumi che arricchiscono quella collezione vi è anche quello che Pier Carlo Landucci dedica agli sviluppi della fisica dei primi quattro decenni del XX secolo. Formatosi come ingegnere e dotato di una solida preparazione matematica e scientifica, Landucci sarebbe stato autore di altri scritti dedicati ad interrogare il rapporto fra esperienza di fede e cultura scientifica. Il piccolo volume che affronta la questione de Lo spazio e la fisica moderna si presenta come il tentativo di articolare non solo una presentazione delle innovazioni maturate nella riflessione teorica e sperimentale. Landucci aspira a rendere esplicito per i suoi lettori l’insieme delle implicazioni di ordine scientifico e filosofico di quello che appare come un mutamento profondo, radicale, del modo in cui la fisica interpreta il mondo e le sue leggi.
Sono essenziali, al riguardo, i primi due capitoli del volume, nei quali si tracci con nettezza l’emergere di un contrasto profondo fra la fisica classica, di matrice galileiana, e i dati sperimentali che emergono dagli studi condotti a partire dalla metà del XIX secolo. Una fatica, quella che la fisica di Galileo e Newton fa nello spiegare fenomeni osservati con sempre maggior accuratezza, che si esplicita nella formulazione di quelle nuove teorie fisiche che, a partire dalla fine dell’Ottocento, cambiano definitivamente la fisica. Così, se la teoria einsteiniana della relatività modifica il modo di spiegare i fenomeni mocroscopici, quella dei quanti introduce uno sguardo nuovo sulla dimensione microscopica e delle particelle fondamentali, mentre una nuova cosmogonia vede l’universo non più come realtà statica ma come animata da un profondo dinamismo.
Il volume di Landucci arriva così a proporre agli studenti cattolici italiani le idee e le teorie dei maggiori fisici della prima metà del Novecento, da Albert Einstein a Arthur Edditongton, da Max Planck a Werner Heisenberg, da Hermann Minkowski a George Lemâitre. Ne emerge ben più di un ritratto della nuova fisica del XX secolo, perché il piccolo volume insiste sulla profondità concettuale dello scarto che si produce nella cultura scientifica. Landucci evidenzia infatti come le tre grandi “rivoluzioni” richiamate sopra si traducano in un profondo scivolamento semantico di quelli che sono i concetti chiave della fisica. Spazio, tempo, causa fisica, materia, energia, sono termini che mutano significato e vengono a indicare concetti nuovi o rinnovati rispetto a quanto si legge nelle opere di Galileo.
Così, Lo spazio e la fisica moderna diventa una riflessione nella quale si fa emergere con lucidità la coscienza del tornante culturale che l’evoluzione del sapere scientifico determina nei primi decenni del Novecento. Landucci colloca questo mutamento sul piano della natura del sapere scientifico e su quello della filosofia della scienza. Mutano infatti non solo le metodologie ma la stessa epistemologia della fisica e delle discipline ad essa connesse. Eppure, il piccolo volume introduce un ulteriore elemento di riflessione che è rappresentato dalla questione conoscitiva. L’esito delle teorie della relatività, dei quanti e della cosmologia dinamica è un modificarsi del modo di vedere e intendere il mondo, che assume un volto nuovo e inedito agli occhi dell’intelligenza umana. Ed è questo mutamento ad avere influenze che vanno al di là del perimetro ristretto della scienza e delle sue parti. Cambia lo sguardo sul mondo e con esso, in un’ottica di fede, cambia anche il modo in cui si pongono le questioni di senso e la forma attribuita a quella realtà che entra necessariamente in dialogo dialettico con il pensare teologico
Il volume di Landucci testimonia lo sforzo della FUCI montiniana di confrontarsi in modo olistico con la cultura coeva. Vi è infatti la coscienza della portata storia del nuovo modo di vedere la realtà che le nuove fisiche – quella relativistica e quella quantistica. Da qui l’esigenza di includere questa parte della cultura contemporanea nella sfera di interessi dei giovani universitari, che sono chiamati a declinare la propria fede alla luce di una coscienza quanto più matura del proprio tempo e delle sue possibilità.
A cura di Riccardo Saccenti